Quando in un bosco ne percepisci la bellezza e diventi tutt'uno con il bosco, allora, intuitivamente, sei in armonia e in pace con le Dee e con gli Dei. Essi sono parte della nostra vera natura, la nostra Natura Profonda, e quando siamo separati dalla nostra vera natura, viviamo nella paura. Percepire questa normalità vuol dire dare un senso reale al vivere che è insito in tutte le cose.

Intraprendere la Via Romana al Divino significa iniziare un percorso di risveglio: praticando l'attenzione e la consapevolezza continua ci incamminiamo lungo una strada sapendo che ciò che conta è il cammino per sè più che la destinazione.

When you, entering a forest, perceive the beauty of the forest and you feel to be in a complete harmony with it, then, intuitively, you are in peace with the Deities. They are an essential part of our real nature, our Deep Nature, and when we are separated by our real nature we live in the fear. Perceiving such normality means giving a real sense to our lives.

Undertaking the Roman Via to the Deities implies a path to awakening: with the practice of continuing consciousness and awareness we undertake our walking knowing that taking the path is more important than the destination itself
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giovedì 12 marzo 2015

Politeismo

Parlare di Politeismo oggi non è una questione di secondo piano. Ciò è particolarmente rilevante quando si pensa in primo luogo all'agonia delle principali religioni monoteiste che, ormai svuotate di ogni significato spirituale, simbolico e mistico, spesso sfociano nel fanatismo cieco e violento proprio ad evidenziare la loro incapacità di accettare la pluralità, di interpretare il Mondo e la loro intrinseca debolezza.

Il "Politeismo" presuppone una base concettuale, anche in questo caso secondo una prospettiva "sacra" e non profana, molto più complessa di quanto si possa pensare a prima vista. 

Non si tratta infatti di fare riferimento ad un semplicistico ventaglio di Divinità "funzionali" (il Dio della guerra, la Dea dell'amore, il Dio del fuoco, la Dea della Salute, ecc..) quanto di sviluppare una percezione poliedrica della realtà, della Natura, dell'Universo.

Innanzitutto bisogna premettere che il Politeismo si fonda sull'idea di "diverso" e di "molteplice". Queste diversità e molteplicità vengono descritte da delle relazioni in continuo fluire, mutamento, movimento. L'interazione continua di queste molteplicità, con il loro susseguirsi ed alternarsi, è tuttavia rappresentazione di quella unità ultima che è alla base dell'essere e del non-essere. 


Questo rapporto fra molteplicità ed unità si ritrova in molti simboli sacri come ad esempio il simbolo del fuoco (simbolo maschile) e quello dell'acqua (simbolo femminile).
simbolo sacro del Fuoco

simbolo sacro dell'Acqua


Questa simbologia si ritrova anche nel timpano del Tempio Tradizionale (che non ha una sola e mera funzione architettonica), all'interno del quale (non casualmente) venivano raffigurate importanti rappresentazioni del Divino.









L'unità ultima si ritrova nel respiro ciclico che permea tutta la realtà, risultante da questo rapporto continuo fra "paradigmi" in continua relazione interdipendente. 

Infatti non si tratta di una molteplicità in opposizione "gerarchica": una forza non è gerarchicamente superiore al suo contrario. Il Maschile non prevale sul Femminile. Ciascuna forza dipende dal suo contrario. si completa nel suo contrario. Ogni polarità rivela sempre la presenza del suo contrario e la sua dipendenza da questo. Per essere compresa nella sua unità ogni forza quindi richiede la spiegazione complementare del suo opposto. Questa complementarietà è simbolicamente descritta dalla "doppia spirale"

Tutta la realtà è intrisa di queste forze molteplici, complementari, in movimento continuo, in un fluire continuo come un'onda: esse diventano le qualità inerenti le forme della Natura e dell'Universo (a livello micro e a livello macro) che diventano pertanto sistemi dinamici di "relazioni" e corrispondenze. 

La creazione, la generazione, la distruzione sono componenti di un "ritmo ciclico", una danza sacra che si ritrova in tutti gli stati dell'essere.

Dipinto tombale etrusco

Maschile/Femminile, espansione/contrazione, attivo/passivo sono elementi simmetrici uniti da una sostanziale identità e legati da relazioni: in questo legame scaturisce l'Uno.

Poichè inoltre il macrocosmo ed l microcosmo sono speculari, noi stessi possiamo essere (se ne acquistiamo la consapevolezza) l'immagine fedele dell'Universo (in senso sacro). Un uomo o una donna non sono elementi "staccati" dalla Natura, ma non solo ne sono parte integrante, ma rispecchiano in loro stessi il Tutto. 

Il Politeismo, come visione e consapevolezza della diversità e molteplicità di forze complementari legate da relazioni, non solo è una chiave di lettura della Natura e dell'Universo, ma è anche uno strumento di interpretazione dell'Universo dentro di noi. Si tratta in pratica di coltivare una forma di Politeismo Interiore. 

Per questa ragione, la Spiritualità Tradizionale Romana, in quanto espressione del Politeismo, non condanna la realtà del Mondo come fonte di peccato: anzi valorizza la realtà del Mondo in tutte le sue espressioni perchè "essere" e "divenire" coincidono, l'Assoluto dipende dal Relativo. 

Tutte le manifestazioni del Divino, nelle polarità maschile e femminile, sono quindi manifestazioni di realtà assolute. Approfondire il senso delle specifiche caratteristiche di una Divinità significa intuire in essa le sfaccettature di una medesima entità assoluta originaria che in quella Divinità prende forma.


La Spiritualità Tradizionale Romana è quindi una "pratica", un "cammino" per evidenziare questo fluire, questa trasformazione interiore, priva di verità assolute, priva di dogmi, fondata su un interrogarsi continuo. La Spiritualità Tradizionale Romana è un percorso di valorizzazione interiore, ma anche di valorizzazione del Mondo perchè gli Dei e le Dee sono forme di rivelazione dell'Assoluto. La realtà trascendente può essere percepita hic et nunc, nella vita presente, risvegliando la propria coscienza. Il corpo ed i sensi non sono strumenti del peccato, ma possono diventare veicoli di conoscenza, strumenti per approcciarsi al divino.

Il Sacro non è un dogma, ma è qualcosa che deve essere sperimentato, indipendentemente da canoni eruditi e formalità, per poter cogliere il significato profondo della realtà e dei suoi simboli.
 

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